“Quest’anno intendiamo destinare parte dell’aumento da due miliardi di euro del fondo per la sanità’ al personale. Creando un fondo iniziale da 200-300 milioni di euro, rimpinguabile, e intervenire cosi’ sulle stabilizzazioni, sullo sblocco del turnover e sull’accesso alla professione. Comunque i calcoli precisi saranno fatti in sede di legge di Stabilita’, ma di sicuro la “cifra e’ sostenibile”.
A Rimini per il convegno organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, “Guardiamo al futuro”, il ministro per la Salute Beatrice Lorenzin, ricostruisce il percorso di riforma avviato nel 2013, dettando le priorita’ per i prossimi anni: il finanziamento del fondo per gli innovativi e dunque la garanzia dell”accesso da un lato; il personale dall”altro.
Si viene da 10 anni di blocco del turnover e del rinnovo dei contratti. Per cui e” necessario “mettere ordine nel settore con un approccio meritocratico chiaro e trasparente, per step, che permetta di tornare alla normalita’”.
Ma di certo negli anni di crisi il sistema sanitario nazionale ha fatto da “collante sociale, e’ stato fondamentale tenendo un pezzo di welfare importantissimo”. Ora occorre lavorare per mantenerlo “universalistico vincendo la frammentazione”.
Perche’ c’e’ un problema di sostenibilita’ “enorme”, per fare fronte all’aumento di domanda sanitaria e di assistenza. La soluzione passa per “mettere insieme professionisti, pazienti e istituzioni, anticipando le politiche di governance e cambiando paradigma”.
Infatti se il sistema salute produce il 12% del Pil, puo’ fare ancora meglio “grazie al capitale umano, di conoscenza”. L’Italia e’ piu’ attrattiva di altri Paesi per gli investimenti, con il prezzo medio farmaco “piu’ basso d”Europa”.
Sul fronte ricerca Lorenzin pensa al modello irlandese con tre livelli di carriera per 15 anni e a seguire il “doppio binario”. Intanto sta per incassare dal ministero delle Finanze il “placet” sul Piano vaccinazioni. E ribadisce che la chiave per il successo e’ il “coinvolgimento della societa’ scientifica”: e’ necessario un “confronto permanente”.
Altra questione “faticosa” riguarda l’appropriatezza, anche organizzativa che andrebbe insegnata all’universita’. E’ necessario “abbandonare il posto letto come unita’ di misura”, passando alle prestazione, ma per farlo “la macchina deve essere perfetta”; inoltre occorre “ridurre al minimo gli eventi fuori controllo”, come il caso del tentato stupro in un ospedale.
Da ultimo il ministro mette in evidenza la necessita’ di “convincere le Regioni ad aumentare la qualita’ della formazione, per esempio con la proposta di “un ospedale di formazione territoriale”. Con l’obiettivo, conclude, di “mantenere un grande sistema sanitario universalistico e garantire uguale accesso alle cure ovunque si e’ nati. Ora la situazione e’ indegna e il gap va affrontato assieme”. (Som/ Dire)