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Papa Francesco: I malati non sono mai oggetti

Papa Francesco: I malati non sono mai oggetti

Papa Francesco: I malati non sono mai oggetti
| mercoledì 21 Dicembre 2016

il-papa-al-bambino-gesu-sono-i-bambini-il-vostro-marchio-di-fabbrica(DIRE-Notiziario settimanale Sanita’) Roma, 21 dic. – “Ogni malato e’ e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilita’ anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignita’ e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realta’ non e’ mai così”. È questo uno dei richiami di Papa Francesco nel messaggio, reso gia’ pubblico, che sara’ diffuso in occasione della XXV Giornata Mondiale del Malato, in programma l”11 febbraio 2017.

Una Giornata che il Papa auspica posso essere l”occasione per “trovare nuovo slancio per contribuire alla diffusione di una cultura rispettosa della vita, della salute e dell’ambiente; un rinnovato impulso a lottare per il rispetto dell’integralita’ e della dignita’ delle persone, anche attraverso un corretto approccio alle questioni bioetiche, alla tutela dei piu’ deboli e alla cura dell’ambiente”. Di seguito il messaggio integrale del Pontefice per la XXV Giornata Mondiale del Malato 2017: Cari fratelli e sorelle, l’11 febbraio prossimo sara’ celebrata, in tutta la Chiesa e in modo particolare a Lourdes, la XXV Giornata Mondiale del Malato, sul tema: Stupore per quanto Dio compie: ”Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…” (Lc 1,49).

Istituita dal mio predecessore san Giovanni Paolo II nel 1992, e celebrata per la prima volta proprio a Lourdes l’11 febbraio 1993, tale Giornata costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, piu” in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati. Inoltre questa ricorrenza rinnova nella Chiesa il vigore spirituale per svolgere sempre al meglio quella parte fondamentale della sua missione che comprende il servizio agli ultimi, agli infermi, ai sofferenti, agli esclusi e agli emarginati (cfr Giovanni Paolo II, Motu proprio Dolentium hominum, 11 febbraio 1985, 1). Certamente i momenti di preghiera, le Liturgie eucaristiche e l’Unzione degli infermi, la condivisione con i malati e gli approfondimenti bioetici e teologico-pastorali che si terranno a Lourdes in quei giorni offriranno un nuovo importante contributo a tale servizio. Ponendomi fin d’ora spiritualmente presso la Grotta di Massabielle, dinanzi all’effige della Vergine Immacolata, nella quale l’Onnipotente ha fatto grandi cose per la redenzione dell’umanita’, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti voi, fratelli e sorelle che vivete l’esperienza della sofferenza, e alle vostre famiglie; come pure il mio apprezzamento a tutti coloro che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse nel mondo, operano con competenza, responsabilita’ e dedizione per il vostro sollievo, la vostra cura e il vostro benessere quotidiano.

Desidero incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari, volontari, a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono alla sua volonta’; e a trovare sempre nella fede, nutrita dalla Parola e dai Sacramenti, la forza di amare Dio e i fratelli anche nell’esperienza della malattia. Come santa Bernadette siamo sotto lo sguardo di Maria. L’umile ragazza di Lourdes racconta che la Vergine, da lei definita “la Bella Signora”, la guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole descrivono la pienezza di una relazione. Bernadette, povera, analfabeta e malata, si sente guardata da Maria come persona. La Bella Signora le parla con grande rispetto, senza compatimento.

 

 

Questo ci ricorda che ogni malato e’ e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilita’ anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignita’ e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realta’ non e’ mai cosi”. Bernadette, dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera trasforma la sua fragilita” in sostegno per gli altri, grazie all”amore diventa capace di arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la sua vita per la salvezza dell”umanita”. Il fatto che la Bella Signora le chieda di pregare per i peccatori, ci ricorda che gli infermi, i sofferenti, non portano in se” solamente il desiderio di guarire, ma anche quello di vivere cristianamente la propria vita, arrivando a donarla come autentici discepoli missionari di Cristo. A Bernadette Maria dona la vocazione di servire i malati e la chiama ad essere Suora della Carita’, una missione che lei esprime in una misura cos” alta da diventare modello a cui ogni operatore sanitario puo’ fare riferimento.

Chiediamo dunque all’Immacolata Concezione la grazia di saperci sempre relazionare al malato come ad una persona che, certamente, ha bisogno di aiuto, a volta anche per le cose piu’ elementari, ma che porta in se’ il suo dono da condividere con gli altri. Lo sguardo di Maria, Consolatrice degli afflitti, illumina il volto della Chiesa nel suo quotidiano impegno per i bisognosi e i sofferenti. I frutti preziosi di questa sollecitudine della Chiesa per il mondo della sofferenza e della malattia sono motivo di ringraziamento al Signore Gesu’, il quale si e” fatto solidale con noi, in obbedienza alla volonta’ del Padre e fino alla morte in croce, perche’ l’umanita’ fosse redenta.

papa-francesco-udienza-a-bambin-gesu-non-ho-una-risposta-alla-morte-dei-bambini_articleimageLa solidarieta’ di Cristo, Figlio di Dio nato da Maria, e’ l’espressione dell’onnipotenza misericordiosa di Dio che si manifesta nella nostra vita – soprattutto quando e’ fragile, ferita, umiliata, emarginata, sofferente – infondendo in essa la forza della speranza che ci fa rialzare e ci sostiene. Tanta ricchezza di umanit” e di fede non deve andare dispersa, ma piuttosto aiutarci a confrontarci con le nostre debolezze umane e, al contempo, con le sfide presenti in ambito sanitario e tecnologico. In occasione della Giornata Mondiale del Malato possiamo trovare nuovo slancio per contribuire alla diffusione di una cultura rispettosa della vita, della salute e dell”ambiente; un rinnovato impulso a lottare per il rispetto dell’integralita’ e della dignita’ delle persone, anche attraverso un corretto approccio alle questioni bioetiche, alla tutela dei piu’ deboli e alla cura dell”ambiente. In occasione della XXV Giornata Mondiale del Malato rinnovo la mia vicinanza di preghiera e di incoraggiamento ai medici, agli infermieri, ai volontari e a tutti i consacrati e le consacrate impegnati al servizio dei malati e dei disagiati; alle istituzioni ecclesiali e civili che operano in questo ambito; e alle famiglie che si prendono cura amorevolmente dei loro congiunti malati. A tutti auguro di essere sempre segni gioiosi della presenza e dell”amore di Dio, imitando la luminosa testimonianza di tanti amici e amiche di Dio tra i quali ricordo san Giovanni di Dio e san Camillo de’ Lellis, Patroni degli ospedali e degli operatori sanitari, e santa Madre Teresa di Calcutta, missionaria della tenerezza di Dio. Fratelli e sorelle tutti, malati, operatori sanitari e volontari, eleviamo insieme la nostra preghiera a Maria, affinche” la sua materna intercessione sostenga e accompagni la nostra fede e ci ottenga da Cristo suo Figlio la speranza nel cammino della guarigione e della salute, il senso della fraternita’ e della responsabilita”, l”impegno per lo sviluppo umano integrale e la gioia della gratitudine ogni volta che ci stupisce con la sua fedelta’ e la sua misericordia. O Maria, nostra Madre, che in Cristo accogli ognuno di noi come figlio, sostieni l”attesa fiduciosa del nostro cuore, soccorrici nelle nostre infermita’ e sofferenze, guidaci verso Cristo tuo figlio e nostro fratello, e aiutaci ad affidarci al Padre che compie grandi cose. A tutti voi assicuro il mio costante ricordo nella preghiera e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica. (Wel/ Dire)

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