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Apnee notturne: fanno male al cuore. Pochi sanno di averle e i rimedi sono fastidiosi

Apnee notturne: fanno male al cuore. Pochi sanno di averle e i rimedi sono fastidiosi

Apnee notturne: fanno male al cuore. Pochi sanno di averle e i rimedi sono fastidiosi
| venerdì 15 Dicembre 2017

È fondamentale, perché serve per riposare e lasciare sedimentare le esperienze consumate durante la giornata. Ma il sonno nasconde pure delle insidie. Tra queste ci sono le apnee notturne, pericolose pause in cui si rimane senza respiro che, a lungo andare, possono severamente danneggiare il cervello, oltre che dare sonnolenza e affaticamento diurni. Si tratta di un problema ancora sottovalutato, sebbene in forte aumento: correlato anche ai crescenti tassi di sovrappeso e obesità, oltre che all’insorgenza di malattie cardiache croniche, come lo scompenso. La diagnosi è la prima vera arma di cura, perché vi sono oggi disponibili dei trattamenti efficaci, ma manca purtroppo in gran parte la piena consapevolezza di questa malattia.

Le conseguenze per la salute
«Le apnee svolgono anche un effetto dannoso nei processi riparativi del tessuto cardiaco dopo l’infarto – spiega Flaminio Mormile, dirigente medico dell’unità operativa di pneumologia del policlinico Gemelli di Roma -. Poiché in molti casi non vengono diagnosticate e dal momento che la cura prevede più utilizzata prevede l’applicazione ogni notte di un apparecchio a pressione positiva non sempre bene accettato dal paziente, resta piuttosto alto il numero dei pazienti che si cura meno del dovuto o non si cura affatto».

Le apnee nel sonno si dividono in ostruttive e centrali. Spesso soltanto chi osserva il paziente mentre dorme può rendersene conto. Questo perché i sintomi più frequenti sono piuttosto aspecifici: sonnolenza diurna e calo di memoria e di attenzione, che spesso vengono sottovalutate o attribuite genericamente a stanchezza o all’età.

Condizioni nascoste e sottovalutate dai più, che però sono alla base di un’alta percentuale di incidenti stradali che, secondo l’Istat, sfiorano quota quarantamila in Italia. E sono circa sei volte in più se si considera tutta l’Unione Europea. Al punto che oggi c’è chi inizia a definire la sindrome delle apnee ostruttive del sonno come il «silent-killer» della strada. Le apnee ostruttive – in Italia il problema riguarda all’incirca due milioni di persone, più uomini che donne – rappresentano la prima causa di forte russamento.

Come si curano?
Le apnee notturne si curano con apparecchi che erogano una pressione positiva per tenere aperte le vie aeree superiori. Ma se i pazienti sono obesi, il ricorso alla chirurgia bariatrica può rappresentare una duplice soluzione: sia per l’eccesso di peso sia per le apnee del sonno. Dopo l’intervento il numero di apnee si riduce di molto, ma nei pazienti più gravi e in quelli in età più avanzata la guarigione vera e propria non è frequente. Questo perché le conseguenze del mancato riposo, se protratte a lungo nel tempo, possono divenire irreversibili.

Fonte La Stampa

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