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Perché la psoriasi non è solo un problema estetico

Perché la psoriasi non è solo un problema estetico

Perché la psoriasi non è solo un problema estetico
| sabato 16 Dicembre 2017

Isolamento sociale, ridotte capacità lavorative, ansia e depressione. Sono queste le conseguenze più ricorrenti per chi soffre di psoriasi. E sono in tanti: la patologia colpisce 125 milioni di persone in tutto il mondo (soprattutto tra i 15 e i 35 anni), ma spesso anche chi ne è affetto non è ben informato sulla malattia. Innanzitutto, non è contagiosa. La tipologia più diffusa è quella a placche (90% dei casi), si presenta sotto forma di chiazze rosse in rilievo, coperte da uno strato bianco/argenteo di cellule cutanee morte, spesso pruriginose e dolorose. Si sviluppano soprattutto sul cuoio capelluto, sulle ginocchia, sui gomiti e sulla parte bassa della schiena. Ma non si tratta solo di un problema estetico: da una parte può compromettere la salute emotiva, dall’altra è stata associata a gravi disturbi come la depressione, il diabete e patologie cardiache. Un terzo dei pazienti soffre di artrite psoriasica, che colpisce le articolazioni.

 NON SOLO QUESTIONE DI PELLE

Le cause non sono ancora state determinate, ma è stata confermata la correlazione con il sistema immunitario, che nel caso della psoriasi induce la proliferazione di nuove cellule cutanee a un ritmo più rapido del normale. La pelle si ispessisce formando le caratteristiche placche. Recentemente un’indagine condotta dall’azienda farmaceutica Novartis, su un campione di 8300 pazienti provenienti da 31 Paesi del mondo (Italia compresa), ha evidenziato come un paziente su tre non sopporti lo sguardo delle altre persone o si senta inadeguato come partner. L’84% del campione italiano, confermando il dato mondiale, ha dichiarato di essere stato vittima di umiliazioni e discriminazioni. Il 43% si sente osservato in pubblico, il 41% si è sentito chiedere se la psoriasi fosse contagiosa.

EVITARE LA LANA E LE DOCCE TROPPO CALDE

Per combattere il prurito il consiglio è di indossare abiti di cotone e lino. Da evitare il contatto diretto con la lana, che aumenta prurito e irritazione così come i capi sintetici. L’uso di detersivi e ammorbidenti privi di additivi e sostanze profumanti evita il peggioramento dei sintomi della malattia (le sostanze, infatti, dai vestiti possono trasferirsi direttamente sulla pelle). Meglio seguire un regime alimentare equilibrato e mantenere il peso forma, facendo attività fisica. Non strofinare la cute con gli asciugamani, consigliata l’applicazione di creme emollienti (da conservare in frigo) dopo la doccia, che non dev’essere troppo calda e prolungata.

Fonte La Stampa

 

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