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Bologna, indagine Ausl: il 73% dei giovani beve abitualmente, sta male e poi si pente

Bologna, indagine Ausl: il 73% dei giovani beve abitualmente, sta male e poi si pente

Bologna, indagine Ausl: il 73% dei giovani beve abitualmente, sta male e poi si pente
| domenica 30 Aprile 2017

imageBOLOGNA – Bere quattro o cinque bicchieri di vino o altrettanti boccali di birra o superalcolici in una sola serata, in maniera episodica e almeno una volta al mese. In inglese si chiama ‘Heavy episodic drinking’ (Hed) ed è oggetto di ‘Allcool’, progetto cofinanziato dalla Commissione europea e attivo in Italia, Spagna e Portogallo, che mira a a contrastare il fenomeno. E proprio nell’ambito di questo progetto, l’Osservatorio epidemiologico delle Dipendenze patologiche dell’Ausl di Bologna ha condotto un’indagine su 390 ragazzi tra i 18 e 29 anni, residenti a Bologna, e suddivisi tra studenti, lavoratori e in cerca di occupazione. Di questi, 366 sono stati intervistati, mentre 24 hanno partecipato a tre focus group. Le interviste, fa sapere l’Azienda, “hanno evidenziato l’uso abituale di alcolici nel 73% degli intervistati, l’83% dei quali ha sperimentato almeno un episodio di Hed nel corso dell’ultimo anno, e il 39% con cadenza settimanale nel weekend”.

imageIn particolare, dai focus group è emerso che il consumo “è più intenso tra gli universitari“. Concluse le attività quotidiane, infatti, “la vita sociale si apre con l’aperitivo, e si beve tutti i giorni, ma in quantità maggiore nel weekend o in occasioni particolari”. Sul volume dei consumi, rimarca l’Ausl, “sembrano incidere l’ampia disponibilità di locali e di alcolici a basso prezzo”. Infatti “si inizia a bere già a casa, per spendere meno consumando di più”, e per lo stesso motivo “gli alcolici vengono acquistati nei supermercati o nei minimarket, e consumati in strada“. Diffusa, soprattutto tra i più giovani, l’abitudine di preparare cocktail ‘fai da te’. In generale, i ragazzi sono informati sulle alterazioni prodotte dall’alcol, e ‘fissano’ i limiti da non superare “bilanciando gli impegni del giorno successivo con il calcolo dei tempi di ripresa”.

Dall’indagine emerge anche che quasi tutti gli intervistati “dichiarano di essere stati male a seguito di uso o abuso di alcolici”. In particolare, “la metà dichiara di aver fatto cose che non ricorda, il 40% si è vergognato di quello che ha fatto, si è pentito di aver perso il controllo o di essere arrivato tardi al lavoro o a scuola, un terzo ha avuto rapporti sessuali non protetti, uno su quattro ha litigato con gli amici o con la famiglia, e uno su cinque si è fatto male accidentalmente, o ho fatto del male a un’altra persona”. Tra il 10% e il 20%, infine, la percentuale di chi “si è pentito di aver avuto rapporti occasionali, è stato vittima di furti o incidenti, o ha danneggiato beni pubblici o privati”. Le ragazze riferiscono invece, anche se in modo statisticamente non significativo, di “rapporti sessuali non desiderati, molestie subite, e di aver fatto cose di cui si sono pentite”.

Sul versante dei ‘comportamenti protettivi’, il più diffuso “è quello del guidatore designato, che deve astenersi o limitare al massimo il consumo di alcol”. Per evitare gli effetti indesiderati degli eccessi, inoltre, gli alcolici “vengono assunti lentamente“, mentre per mitigarne gli effetti immediati “si mangiano carboidrati, si alternano bibite analcoliche, e si passeggia”, e per contrastare particolari conseguenze post-eccesso “si ricorre a soft drink o succhi di frutta, o si scelgono locali in cui si è sicuri di trovare alcolici di buona qualità”. Altre accortezze sono “stare assieme a persone fidate, non lasciare incustodita la propria bevanda, evitare ‘giochi alcolici’, e non mischiare alcol e droghe“. Infine, la maggioranza degli intervistati dichiara di “autoregolarsi, e non ritiene di dover intervenire sulle abitudini relative al consumo di alcol di amici o conoscenti”.

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