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Ecco il vetro bioattivo che cura le infiammazioni da protesi. Lo studio Unimore

Ecco il vetro bioattivo che cura le infiammazioni da protesi. Lo studio Unimore

Ecco il vetro bioattivo che cura le infiammazioni da protesi. Lo studio Unimore
| domenica 17 Settembre 2017

bioglassgranules_bonalivebiomaterials-2Ricercatori Unimore realizzano un vetro bioattivo in grado di mantenere la bioattività e di inibire lo stress ossidativo all’origine di infiammazioni provocate da protesi metalliche.

Lo studio “ Cerium-doped bioactive 45S5 glasses: spectroscopic, redox, bioactivity and biocatalytic properties ”, pubblicato dalla prestigiosa rivista Journal of Materials Science(ed. Springer), è stato sviluppato dalla dott.ssa Valentina Nicolini, dal prof. Gianluca Malavasi, dalla prof.ssa Ledi Menabue e dalla prof.ssa Gigliola Lusvardi del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche (DSCG) e dal dott. Francesco Benedetti, prof. Sergio Valeri e dott. Paola Luches del Dipartimento di Fisica, Informatica e Matematica (FIM)

vetri bioattivi sono una classe di materiali già in uso da qualche decennio ad esempio, come additivi di paste dentifrice  e come rivestimenti per protesi metalliche. In quest’ultimo caso la loro funzione è di stimolare la proliferazione cellulare degli osteoblasti e quindi la crescita dell’osso che si deposita sulla superficie del vetro e va a sostituire il vetro che degrada con il risultato di ancorare stabilmente la protesi all’osso.

Il primo vetro bioattivo – spiega la prof. Ledi Menabue di Unimore – è stato sintetizzato nel 1969 dal dott. Larry Hench, che conosceva i problemi di reduci del Vietnam feriti agli arti, i quali spesso dovevano subire traumatiche amputazioni, non essendo disponibili materiali che potessero sostituire o rinforzare l’osso mancante. Perciò si è posto l’obiettivo di mettere a punto dei materiali idonei”.

Un effetto collaterale degli interventi chirurgici è l’infiammazione dei tessuti circostanti l’area dell’intervento, chiamato stress ossidativo, con un eccesso di produzione di perossidi e specie radicaliche, dannose per l’organismo. L’organismo reagisce attraverso le funzioni di enzimi quali le catalasi e la perossidasi.

Nel nostri studi – prosegue la prof.ssa Ledi Menabue – abbiamo modificato la composizione di un biovetro con aggiunta di ossido di cerio, dimostrando che il biovetro mantiene la bioattività e nello stesso tempo inibisce lo stress ossidativo, riducendo quindi l’infiammazione. Tutto questo è permesso dalla capacità del cerio di  acquistare e cedere elettroni per reazione con perossidi e  radicali e formazione di specie innocue come acqua ed ossigeno, simulando il comportamento degli enzimi catalasi e perossidasi, che negli organismi viventi sono deputati a queste funzioni”.

Lo studio per l’interesse suscitato nella comunità scientifica è stato selezionato come miglior articolo di agosto tra oltre 90 articoli pubblicati nella rivista statunitense e parteciperà alla fase finale del premio “2017 Cahn Prize”.

Fonte: http://www.newmagazine.unimore.it/site/home/notizie/articolo820040025.html

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