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Federanziani: mancano 47mila infermieri per garantire sicurezza ed efficienza servizi

Federanziani: mancano 47mila infermieri per garantire sicurezza ed efficienza servizi

Federanziani: mancano 47mila infermieri per garantire sicurezza ed efficienza servizi
| mercoledì 17 Maggio 2017

MESSINA: DATI ISTAT CONFERMANO ALLARME, DECISORI PRENDANO CONSAPEVOLEZZA (DIRE)

Roma, 17 mag. – “I dati diffusi oggi dall’Istat confermano l’allarme che stiamo lanciando ormai da tempo: la longevita’ di massa e’ uno ‘tsunami’ inarrestabile e quello che ci preoccupa di piu’ e’ che i decisori non ci sembrano consapevoli dell’urgenza con cui e’ necessario intervenire. Due numeri sintetizzano questo allarme: l’impetuoso invecchiamento della popolazione porta gli over 65 a raggiungere la soglia del 22%, cioe’ la quota piu’ alta in Europa; dall’altra parte cresce il numero di italiani che, a causa di problemi economici, rinuncia alle cure: tra il 2008 e il 2015 la quota passa dal 4 a 6,5% della popolazione”.

Lo dice il presidente di Senior Italia FederAnziani, Roberto Messina, commentando i dati del Rapporto annuale 2017 dell’Istat. “A conferma della spirale pericolosa segnalata da questi dati, inoltre- prosegue Messina- l’Istat ribadisce che tra i gruppi piu’ svantaggiati in assoluto ci sono le anziane sole. Non solo gli italiani non possono piu’ permettersi di pagarsi una visita specialistica, ma assistiamo anche ad una drastica diminuzione dei posti letto, con un aumento progressivo della distanza tra cittadini e ospedale, che diviene a sua volta causa di rinuncia alle cure in tanta parte del territorio. A cio’ si aggiunga che, come gia’ noto a tutti, da qui al 2023 andranno in pensione 16mila medici di medicina generale.

Secondo il presidente Senior Italia FederAnziani, non e’ diverso lo scenario rispetto agli infermieri, dal momento che al 2016 risultavano mancarne circa 47mila per garantire la sicurezza ed efficienza dei servizi agli anziani.

“Noi pazienti- aggiunge ancora Messina- dobbiamo inoltre registrare la mancata presa in carico di diverse patologie, come la BPCO (Broncopneumopatia Cronico-Ostruttiva); l’osteoporosi, con la mancata erogazione dei farmaci biologici che potrebbero contrastare efficacemente il rischio di frattura; la fibrillazione atriale rispetto alla quale i pazienti di fatto hanno difficolta’ ad accedere ai nuovi anticoagulanti orali o addirittura ne ignorano l’esistenza, quando il loro utilizzo potrebbe prevenire tanta parte di quei 200mila ictus che si verificano ogni anno; infine cure inadeguate nell’oncologia per gli anziani e liste d’attesa fuori controllo demotivano cosi’ tanto i pazienti che alla fine e’ meglio non curarsi piu'”. A fronte di tale scenario, conclude il presidente di Senior Italia FederAnziani, il nostro sistema salute appare “impreparato a rispondere, in modo omogeneo sul territorio, al bisogno di salute dei cittadini pazienti, soprattutto dei piu’ fragili come gli anziani. Perche’ cio’ avvenga urge che nei decisori ci sia un salto di qualita’ in termini di consapevolezza dei numeri e dello scenario che gia’ oggi, e in modo ancora piu’ drammatico in futuro, si sta delineando. Una consapevolezza che ci sembra oggi tutt’altro che acquisita, con le evidenti conseguenze sui piu’ deboli che il Rapporto Istat descrive oggi in modo impietoso”. (Cds/ Dire)

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