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Influenza, il picco sarà a gennaio, ma in certe regioni è già epidemia

Influenza, il picco sarà a gennaio, ma in certe regioni è già epidemia

Influenza, il picco sarà a gennaio, ma in certe regioni è già epidemia
| martedì 12 Dicembre 2017

Il virus dell’influenza è già in circolo, ma secondo gli esperti quella in arrivo sarà una stagione di media intensità. Il numero di casi attesi è del tutto analogo all’anno passato, quando a causa dell’influenza vera e propria rimasero a letto 5 milioni di italiani e altri 8-10 milioni furono colpiti dai numerosi virus parainfluenzali.

 Secondo il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Influnet, il numero di casi di sindromi influenzali stimati la scorsa settimana, dal 27 novembre al 3 dicembre, è pari a circa 145.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza (lo scorso ottobre), di circa 599.000 casi. E in alcune regioni è già iniziato il periodo epidemico, il cui picco è atteso per gennaio e che potrebbe venire anticipato dall’abbassamento repentino delle temperature.

Come riconoscere l’influenza

Devono comparire contemporaneamente insorgenza brusca di febbre alta, sintomi respiratori (come naso che cola o mal di gola) e almeno un sintomo sistemico, come dolori muscolari o articolari. La maggior parte delle persone guarisce da febbre ed altri sintomi entro una settimana. Negli altri casi, si tratta di sindromi para-influenzali o infezioni respiratorie acute che, per quanto possano dare sintomatologie meno intense, spesso si prolungano più dell’influenza e possono durare fino a 10 giorni.

Non sottovalutare l’influenza

L’influenza è un rischio da non sottovalutare: tra le patologie infettive, è la terza causa di morte, preceduta soltanto da AIDS e tubercolosi. Le sue complicanze causano 8-10mila decessi l’anno, mentre la mortalità diretta è di un centinaio di casi l’anno. In totale, l’anno scorso, sono stati segnalati – da 11 Regioni e Province Autonome – 230 casi gravi, 68 dei quali deceduti.

L’età media dei casi gravi è di 72 anni, il 62% è di sesso maschile. Il 95% dei casi gravi ed il 100% dei decessi presentava almeno una patologia cronica pre-esistente: le più rappresentate sono le malattie cardiovascolari (74%), seguite dalle respiratorie croniche (63%), dal diabete (45%) e dall’obesità (31%).

«Bisogna vaccinarsi»

Nonostante questi dati e il puntuale arrivo dell’epidemia ai primi freddi, solo il 14% degli italiani ricorre al vaccino e la copertura vaccinale è bassa soprattutto nelle categorie a rischio, fatto che indica anche una scarsa percezione della gravità dei rischi delle complicanze. La vaccinazione, che rappresenta lo strumento più efficace per prevenire l’influenza e le sue complicanze gravi, andrebbe eseguita da tutti i gruppi più vulnerabili, come bambini, anziani, pazienti immunodepressi e con problemi cronici respiratori e cardiaci, donne in gravidanza e grandi obesi.

Gli esperti ripetono però che tutti – a partire dal personale medico sanitario – dovrebbero vaccinarsi, per proteggere sé stessi e gli altri. Infatti, tutti sono a contatto, in famiglia o per lavoro, con persone fragili: più persone sono vaccinate e meno probabilità avrà il virus di diffondersi e di raggiungere i più deboli. Siccome la protezione inizia a due settimane dalla vaccinazione, siamo appena in tempo.

I vaccini

Questo sarà un anno interpandemico, con un solo nuovo virus, una variante dell’A/H1N1 detta Michigan, già inserita nel vaccino. Gli altri ceppi saranno quelli della passata stagione, cioè l’A/H3N2 Hong Kong e i due virus B, Brisbane e Phuket. Il vaccino trivalente protegge dai tre ceppi virali A/H1N1, A/H3N2 e B Brisbane. La composizione quadrivalente, raccomandata dall’Oms, garantisce una protezione più ampia, perché agisce contro tutti e quattro ceppi, i due di tipo A e i due di tipo B.

Le norme di prevenzione

Come spiega il Ministero della Salute, l’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera: diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata) e indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici). Per ridurre il rischio di contagio vanno seguite le più basilari norme di prevenzione: lavarsi spesso le mani e coprirsi la bocca prima di starnutire, evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca, aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna. Per proteggersi, inoltre, andrebbero evitati gli spazi chiusi e umidi (e affollati) e gli sbalzi termici.

Che fare quando si è influenzati

Si raccomanda riposo perché il sistema immunitario è indebolito dai virus. Può essere necessario ricorrere ai farmaci sintomatici per la tosse e la congestione nasale ma, per quanto riguarda gli antipiretici, gli esperti ricordano che sarebbe un errore abbassare completamente la febbre, che è una fisiologica reazione dell’organismo. Infine, vale la pena ribadirlo: l’influenza stagionale è un’infezione virale acuta causata dai virus dell’influenza. Gli antibiotici non servono a nulla.

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