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Salute mentale, Italia primo Paese a combattere stigma

Salute mentale, Italia primo Paese a combattere stigma

Salute mentale, Italia primo Paese a combattere stigma
| mercoledì 12 Aprile 2017

18780440294_4dd961e3a0_z-600x400“Non partiamo dal nulla, ma lavoriamo su un background normativo che ci permette di mantenere una posizione nel contesto internazionale. Ho collaborato in Europa al piano d’azione dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ (Oms) e alla stesura della Global Strategy. L’Italia e’ molto rispettata: siamo stati i primi a combattere il discorso dello stigma, i primi a chiudere gli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) ed abbiamo rafforzato il primato per lo spostamento dell’attenzione sull’intervento a Rete nella societa’, che e’ un tratto distintivo del nostro approccio”.

Lo afferma Teresa di Fiandra, dirigente psicologa dell’ufficio di Prevenzione delle dipendenze, doping e Salute mentale del ministero della Salute, al convegno promosso oggi a Roma dalla Societa’ italiana di psichiatria. La psicologa e’ impegnata in particolare sulla demenza, la sanita’ penitenziaria e il superamento degli Opg. “Lavoriamo in un’ottica di strategia globale attraverso una stretta correlazione a livello centrale e regionale. Il terzo attore sono le associazioni dei familiari degli utenti”.

Quali sono le ultime azioni svolte? “Nel piano nazionale sulla Salute mentale, approvato in conferenza unificata nel 2013, avevamo disegnato un grande contenitore che andava ad aggiornare le criticita’ messe in luce negli anni precedenti. I risultati sono stati concreti- fa sapere l’esponente del ministero della Salute-: il riordino globale della residenzialita’ psichiatrica dell’adulto seguendo parametri comuni tra le Regioni (quali l’intensita’ terapeutica e la durata nel tempo); la semiresidenzialita’ e la residenzialita’ dell’area evolutiva; infine, un primo tentativo di avere un PDTA (Percorso diagnostico terapeutico e assistenziale) nazionale per la schizofrenia, la depressione maggiore, i disturbi gravi di personalita’ e altri disturbi con il progetto Ccm – Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del ministero della Salute.

Il Ccm rappresenta l’unica possibilita’ di finanziamento diretto della ‘ricercazione’- sottolinea di Fiandra- per promuovere percorsi di analisi e sperimentazione (le buone pratiche) immediatamente trasferibili al Sistema sanitario nazionale”.

Obiettivo del ministero della Salute sara’ “monitorare il Sistema informativo sulla Salute mentale (Sism) implementato nel 2015.

Sono presenti tutte le Regioni, che hanno il dovere di inviare dati- precisa Di Fiandra- come previsto dai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Le Regioni che non implementano il Sism possono essere penalizzate”.

La psicologa si augura “l’apertura di tavoli interregionali sulla Salute mentale per avviare un confronto diretto anche con quelli centrali. A gennaio e’ partito un tavolo sulla neuropsichiatria infantile e speriamo a giugno di produrre un documento per il riordino dell’approccio all’intera tematica, e non correlarlo in modo specifico a una singola patologia”.

L’investimento “forte fatto sull’autismo, con la Legge del 2015, servirebbe su tutta la Salute mentale. Sull’autismo esiste un fondo a supporto di 5 milioni annui- ricorda l’esponente del ministero della Salute- dovremmo accompagnare con fondi e dare un adeguato finanziamento a tutte le altre aree della Salute mentale”. DI Fiandra prosegue sui temi della Sanita penitenziaria e del superamento degli Opg: “Abbiamo finanziato uno studio nella meta’ delle carceri italiane per realizzare una fotografia attraverso le visite ai nuovi giunti a dicembre e un’analisi delle cartelle di 60 mila detenuti. Il problema di salute prevalente nelle carceri e’ quello della salute mentale (disturbi mentali e disturbi legati all’uso delle sostanze, seguono le malattie infettive). Dobbiamo promuovere un intervento per riqualificare l’ambiente, che e’ di supporto alla qualita’ della vita. E in atto un progetto coordinato dall’Emilia Romagna- comunica l’esponente del ministero- che coinvolge 6 Regioni di tutta Italia”.

opg-600x400-1Sono stati chiusi tutti gli Opg. “L’ultima regione a farlo e’ stata la Sicilia- ricorda di Fiandra- perche’ non aveva recepito il passaggio delle competenze relative alla Sanita’ penitenziaria dalla Giustizia alla Salute. Lo ha fatto l’anno scorso”. La rete delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) “e’ ora supportata da un finanziamento che ha una parte strutturale, per adeguare gli edifici esistenti, con moduli che non possono superare i 20 posti letto- spiega l’esperta- e una parte corrente, per gestire le strutture anche da un punto di vista della formazione, dell’aggiornamento e della comprensione della novita’ tematica.

Si tratta di un grosso carico di lavoro per i dipartimenti di Salute mentale- ammette di Fiandra-, ed e’ scaduto a febbraio l’organismo di coordinamento del ministero della Salute. Questa e’ l’ultima sfida che abbiamo davanti, perche’ le persone negli Opg sono le piu deboli e fragili e non tutti i dipartimenti sono preparati ad affrontare i bisogni di tale utenza. Stiamo lavorando da decenni- conclude- e dobbiamo continuare a farlo concentrandoci anche sul monitoraggio”. (Rac/ Dire)

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