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“Tutte ad allattare davanti alle Poste”: un flash mob per difendere la giovane madre maltrattata

“Tutte ad allattare davanti alle Poste”: un flash mob per difendere la giovane madre maltrattata

“Tutte ad allattare davanti alle Poste”: un flash mob per difendere la giovane madre maltrattata
| lunedì 30 Gennaio 2017

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Le mamme biellesi hanno organizzato un flash mob di protesta per martedì davanti alla Posta, dopo che la storia della giovane donna maltrattata perché aveva allattato il figlio nella sede centrale di via Pietro Micca è diventata un caso nazionale. Fra i tanti, s’è scandalizzata perfino Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, che su Twitter ha detto che «in alcun luogo dovrebbe essere vietato l’allattamento. Subito una direttiva per tutta la pubblica amministrazione». Il tam tam su ciò che è accaduto l’altra mattina a Francesca Castelli ha acceso gli animi e le polemiche. «Quando il direttore della Posta centrale di Biella ti dice che è vietato allattare al seno tuo figlio, ma non dargli il biberon, ti chiedi se sia realtà o un incubo», aveva scritto su Facebook la mamma.

SOLIDARIETÀ

Subito sul gruppo «Mamme ok» sono giunti commenti solidali, di incredulità o di protesta. «Allattare è il gesto più naturale del mondo», «Non esiste una legge che vieti l’allattamento nei luoghi pubblici», «Il direttore dovrebbe chiedere scusa pubblicamente». Poi qualcuno ha lanciato l’idea di un flash mob, un raduno per fare un’azione collettiva, e sono già circa 60 le mamme che hanno aderito e che allatteranno i propri figli contemporaneamente. Si ritroveranno martedì dalle 11,30 alle 12,30 di fronte all’ufficio postale per una manifestazione pacifica (saranno presenti anche i vigili), senza intralciare il traffico e senza entrare nell’ufficio per non ostacolare l’attività delle Poste, come raccomandato dalla Questura. «Non è stata una mia idea – dice Castelli -, ma la appoggio e mi piacerebbe anche poter acquistare il francobollo postale pro-allattamento». Si tratta di un francobollo emesso da Poste Italiane lo scorso autunno per celebrare i 60 anni dell’associazione internazionale Leche League (lega per l’allattamento materno). Un’iniziativa che stride con il trattamento ricevuto da Francesca Castelli. Non c’è una legge che vieti l’allattamento nei luoghi pubblici, ma non ce n’è nemmeno una che riconosca alle mamme questo diritto e che le tuteli. Per questo è in atto una petizione online su Change.org. E il ministro Madia, 36 anni, madre di due figli, ha detto che ciò che è successo a Biella non deve accadere mai più.

NELL’ANGOLO

La giovane mamma, dopo aver pagato allo sportello, si è messa in un angolo per allattare il bimbo di 3 mesi che stava piangendo e poi, per cambiargli il pannolino, ha chiesto di poter usare un bagno o un tavolo. Cosa che le è stata negata: «Sono stata invitata a mettermi dietro a un cartellone, ma poi è giunto il direttore accusandomi di aver fatto una richiesta assurda perché non ci si può appoggiare a una scrivania o al bancone e che è vietato allattare al seno. Alla richiesta di mostrarmi la legge è andato negli uffici e non s’è più fatto vedere».

 

Fonte: FRANCESCA FOSSATI La Stampa

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