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Bologna, crollo vaccini influenza – 20% in 5 anni

Bologna, crollo vaccini influenza – 20% in 5 anni

Bologna, crollo vaccini influenza – 20% in 5 anni
| venerdì 27 Maggio 2016

La tendenza a non vaccinarsi contro l’influenza e’ un fenomeno che dura ormai da quattro o cinque anni e, nell’arco di questo periodo, sul territorio dell’Ausl di Bologna la copertura si e’ ridotta del 20%: una quota “davvero importante”, avverte Fausto Francia, direttore del dipartimento di Sanita’ pubblica, che stamattina in Comune ha partecipato ad una commissione dedicata all’analisi del boom dei decessi che si e’ registrato, a Bologna come nel resto d’Italia, nel 2015.

Proprio un picco nelle mancate vaccinazioni, per gli esperti, puo’ spiegare molti dei 945 decessi in piu’ registrati l’anno scorso sul territorio di competenza dell’Ausl. Un approfondimento sui decessi del 2015 era stato effettuato un paio di mesi fa anche dagli uffici del Comune di Bologna che, incrociando i dati della mortalita’ con le piu’ complessive tendenze demografiche, come cause aveva individuato l”ondata di calore dello scorso luglio e l’aumento delle persone molto anziane derivante dal boom di nascite seguito alla prima Guerra mondiale. In aggiunta, come ipotesi, anche il Comune aveva messo in conto i presumibili effetti dell”influenza e del calo dei vaccini. Qui interviene l’Ausl che, a differenza di Palazzo D’Accursio, analizza le cause di morte: il ruolo delle mancate vaccinazioni ne risulta confermato. Cosi” come aveva gia” evidenziato il Comune, l”incremento di decessi si registro” nel primo trimestre dell”anno e poi a luglio, concentrandosi soprattutto nelle classi di eta’ piu’ elevate.

CDC/ Judy Schmidt acquired from Public Health Image Library (Website)
CDC/ Judy Schmidt acquired from Public Health Image Library (Website)

Per quanto riguarda luglio, intanto, secondo ”Ausl gli effetti dell”ondata di calore potevano essere perfino peggiori del +19% di decessi che si e’ registrato: se le misure anti-caldo fossero rimaste ferme a quelle del 2003, quando ci fu un”ondata simile, “il picco sarebbe stato almeno del doppio”, spiega Paolo Pandolfi, direttore dell”unita” Epidemiologia dell’Ausl. Passando ai decessi, “il problema in termini di patologie e’ concentrato in tre grandi cause”, afferma Pandolfi: di natura infettiva (+30%), legate all’apparato respiratorio (+21%) e a quello urogenitale (+22%). In termini assoluti, hanno inciso soprattutto le cause respiratorie con circa 200 decessi sui 945 di incremento. A questo si aggiunge che tra le diverse patologie la quota piu’ alta (cioe” il 10%) delle 945 morti in piu’ e’ riconducibile ad influenza o polmonite (che comunque a sua volta puo” essere collegata ad un’influenza), con un aumento del 44%. Tutto questo fa dire all’Ausl che l’aumento di decessi del 2015 e’ stato anche “effetto di una minore copertura vaccinale contro l’influenza tra le classi di eta’ piu’ anziane. Incide il trend in dimunuzione da qualche anno a questa parte, commenta Francia, ma in questo caso specifico va ricordato anche il “blocco” della campagna anti-influenzale che si verifico’ nell’inverno del 2014, legato all’ipotesi di collegamento tra i vaccini ed una serie di decessi, con effetti che poi evidentemente si sono visti nel gia” citato primo trimestre del 2015.

Alla fine i vaccini furono assolti, si puo’ dire cosi’, ma “quando il ministero sblocco” le partite- spiega Francia- ormai molta gente aveva deciso di non vaccinarsi piu'”. I rischi, per il dirigente dell’Ausl, sono evidenti perche’ l”influenza e’ una delle principali cause non solo di complicazioni respiratorie e polmoniti, ma e’ anche “un fattore scatenante di crisi cardiache per le persone predisposte”. In piu’, come successo anche nello scorso inverno, puo’ anche capitare che i vaccini risultino “non centrati” rispetto ai virus che poi vanno effettivamente in circolazione, spiega Francia: le campagne vengono predisposte con mesi di anticipo guardando a cosa accade nell’altro emisfero, che si trova gia’ in inverno, ma non sempre il meccanismo funziona al 100%. Sull’andamento del 2016, intanto, almeno per quanto riguarda le tendenze demografiche si puo’ tirare un sospiro di sollievo.

Franco Chiarini, dirigente dell’ufficio Statistica del Comune, riferisce che nel primo quadrimestre dell’anno in corso si sono registrati 257 decessi in meno nel capoluogo (111 tra gli uomini e 146 tra le donne) rispetto allo stesso periodo del 2015. Questo si spiega anche con un “effetto rimbalzo” rispetto al boom dell’anno precedente, spiega Chiarini, ma non c’e’ solo questo: il numero di morti conteggiato da gennaio ad aprile, cioe’ 1.560, e’ il piu’ basso degli ultimi 20 anni. (Pam/ Dire)

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