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Diabete tipo 1: in Italia affetti 200 mila  bambini. Come riconoscerlo

Diabete tipo 1: in Italia affetti 200 mila bambini. Come riconoscerlo

Diabete tipo 1: in Italia affetti 200 mila  bambini. Come riconoscerlo
| martedì 22 Marzo 2016

Anche i bambini possono avere il diabete quindi sarebbe opportuno parlarne con il pediatra nel caso il genitore si dovesse accorgere che il bambino manifesti sete o pipì eccessiva.

L’iniziativa di una campagna nazionale di sensibilizzazione sul diabete infantile e sulla chetoacidosi (complicanza più diffusa della ‘malattia del sangue dolce’ tra gli under 6) è stata promossa dalla presentata a Milano e prevede la distribuzione di materiale informativo, poster e locandine negli studi di 10mila pediatri e nelle scuole di tutta la Penisola. Verrà realizzato anche un video girato per Pubblicità Progresso, con protagonista il duo comico Ale & Franz, testimonial della campagna. In Italia si calcolano circa 200mila persone con diabete di tipo 1, la forma giovanile, molte delle quali hanno manifestato i primi sintomi da bambini. Il 10% dei pazienti è under 18.

diabete

Franco Cerutti, presidente Siedp spiega di tenere sotto controllo il bambino captando i primi segnali come sete, pipì e dimagrimento. Gli esperti, raccomandano, che il diabete va diagnosticato e trattato subito per evitare una rischiosa complicanza chiamata chetoacidosi diabetica (DKA), che nella fase più grave può portare a edema cerebrale con conseguenze neurologiche importanti, fino al decesso.

Il gruppo di studio Diabete della Siedp ha condotto una recente ricerca che ha segnalato che, dei 14.493 bambini e adolescenti seguiti dai Centri di diabetologia Pediatrica, 2.453 hanno presentato esordio di malattia nel biennio 2012- 2013. Fra questi, circa il 38,5% è stato ricoverato in chetoacidosi diabetica, il 10,3% con una forma grave. La percentuale di chetoacidosi diabetica sale al 72% considerando i bimbi di età prescolare, tra i quali la forma grave interessa il 16,6%. Ivana Rabbone, dirigente medico dell’ospedale infantile Regina Margherita Torino, ha coordinato uno studio che coinvolge 68 Centri di diabetologia pediatrica: 34 al Nord, 11 al Centro e 23 al Sud. Il tasso di mortalità della chetoacidosi diabetica è dello 0,15-0,30%, ma quando compare l’edema cerebrale il rischio di decesso può aumentare significativamente.

Andrea Scaramuzza, responsabile del Servizio di diabetologia dell’ospedale Sacco di Milano afferma che il costante impegno delle istituzioni scolastiche e sanitarie, associazioni di pazienti, dei medici e paramedici e delle associazioni scientifiche, diventa importante e fondamentale per prevenire il diabete mellito di tipo 1 e la chetoacidosi in età pediatrica. La campagna si pone come obiettivo quello di abbattere il più possibile questa emergenza clinica.

L’esordio del diabete di tipo 1 avviene prevalentemente nell’infanzia e adolescenza, evidenziano gli specialisti. Nel nostro paese ha un tasso di incidenza variabile: da 6-7 casi a 40 per 100mila bambini da 0 a 14 anni, a seconda delle regioni.

La Siedp ha organizzato la seguente campagna con la collaborazione di Agd Italia (Coordinamento tra le Associazioni italiane giovani con diabete), Fdg (Federazione nazionale diabete giovanile), Ispad (International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes) e Sip (Società Italiana di Pediatria), con il contributo non condizionante di Bayer.

FONTE ADNKRONOS

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