«I benefici offerti dalle sigarette elettroniche nella lotta al tabagismo, come dimostrato dalle ricerche pubblicate negli ultimi cinque anni, lasciano ben sperare che la loro diffusione possa ridurre la principale causa di morte nel mondo».
A parlare così è Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna presso l’Università degli Studi di Catania e tra i principali promotori del primo Comitato Scientifico internazionale a sostegno della sigaretta elettronica, da poco nato in Italia con il sostegno della Lega Italiana Anti Fumo (LIAF).
Tra i suoi membri figurano 12 autorevoli medici e scienziati internazionali tra cui Umberto Veronesi dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, Umberto Tirelli dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e David Nutt dell’Imperial College di Londra, uniti nell’intento di diffondere le più recenti evidenze scientifiche della ricerca e sostenere la diffusione delle sigarette elettroniche come prodotto meno nocivo per la salute pubblica rispetto al fumo tradizionale.
Male minore rispetto alle sigarette
«I dati epidemiologici su tabagismo e vapagismo degli ultimi cinque anni dimostrano con chiarezza che milioni di fumatori nel mondo sono passati dalla sigaretta convenzionale a quella elettronica, e che molti hanno poi abbandonato anche quest’ultima. Ciò rappresenta una rivoluzione straordinaria per la salute pubblica», afferma il professore Polosa.
Malgrado il dibattito scientifico sia ancora acceso e molti approfondimenti siano ancora in corso, le ricerche degli ultimi anni sembrano dimostrare come le e-cig rappresentino di gran lunga il male minore rispetto alle sigarette comuni, e particolarmente nel caso di quei fumatori che risultano più vulnerabili per via di malattie pre-esistenti. «Negli asmatici si evidenzia un miglioramento delle performance spirometriche e delle funzioni respiratorie, nei pazienti con ipertensione un miglior controllo della pressione arteriosa, e nei bronchitici cronici è evidente un netto miglioramento dei sintomi respiratori e della qualità della vita. Inoltre i pazienti che smettono di fumare con la sigaretta elettronica tendono a guadagnare meno peso rispetto agli altri e questo rappresenta un ulteriore vantaggio in termini di salute pubblica» avverte Polosa.
Utili per non ricadere nel fumo
Sulla rivista Tobacco Control, inoltre, sono da poco stati pubblicati i risultati a 24 mesi del primo studio al mondo sulla efficacia e sicurezza a lungo termine delle sigarette elettroniche, condotto da ricercatori italiani di diversi enti tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, le università di Chieti, Torino, Catania, Parthenope di Napoli, Milano, Sapienza e Cattolica di Roma. I risultati preliminari, tuttavia, sembrano ridimensionare l’efficacia delle e-cig nel favorire la cessazione del fumo. La ricerca ha infatti ha preso in considerazione 932 fumatori di e-cig, sigarette tradizionali, o entrambe (dual users), verificando dopo 24 mesi che il 42,4% degli e-smokers continuava a fumare solo sigarette elettroniche; il 18,8% aveva abbandonato qualunque tipo di sigaretta; il 38,9% era ricaduto nel fumo tradizionale (con o senza sigarette elettroniche).
Tra i fumatori tradizionali, invece, il 75,6% continuava a fumare sigarette classiche; il 23,1% aveva invece smesso (anche se, di questi, il 5,6% aveva iniziato a fumare sigarette elettroniche). Infine, tra i fumatori di entrambi i tipi di sigarette, il 57,4% aveva abbandonato le e-cig, ma non le sigarette classiche; il 16,6% continuava a fumare entrambe; il 26,0% aveva smesso di fumare sigarette tradizionali (anche se, di questi, l’11,7% continuava a fumare sigarette elettroniche).
Secondo Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e tra gli autori dello studio «lo studio conferma che la sigaretta elettronica può essere un’alternativa per gli ex fumatori per non tornare a fumare sigarette, ma la sua efficacia per smettere di fumare è minima». Anche se, secondo Ricciardi, «per avere i risultati finali di questa ricerca si dovrà attendere il 2019».
Nessun impatto rilevante sulla salute
Per quanto riguarda l’impatto sulla salute delle e-cig, lo studio italiano ha messo in evidenza un maggior numero di irritazioni/infiammazioni alle vie aeree superiori tra coloro che fumano contemporaneamente sigarette elettroniche e tradizionali, senza tuttavia far emergere alcun impatto importante sulla salute da parte delle sigarette elettroniche. Un risultato di grande rilievo e in linea con le evidenze emerse da altri studi scientifici internazionali. «Una sigaretta comune genera attraverso la combustione circa 7-8 mila sostanze chimiche, di cui un centinaio sono altamente cancerogene e contro le quali l’organismo mostra comunque dei meccanismi di difesa», spiega Riccardo Polosa. «Una sigaretta elettronica contiene una dozzina di sostanze chimiche con effetto irritativo e alcuni elementi classificati come cancerogeni di secondo livello. È chiaro che queste non posso causare gli stessi danni delle sigarette comuni, anzi rappresentano uno strumento per combattere il tabagismo e potenzialmente salvare migliaia di vite ogni anno».
FONTE LA STAMPA